I track limit possono fare la differenza, nelle prestazioni dei piloti. Proprio per questo, in MotoGP™ esiste un sistema che stabilisce come farli rispettare. Ecco come funziona.
Il principio di fondo
Se un pilota oltrepassa i limiti della pista andando nell’area verde esterna al tracciato durante una sessione di libere, di prove o di qualifiche, il giro viene annullato.
In gara i piloti vengono classificati per ordine di arrivo: nonostante sia possibile cancellare dei tempi sul giro, delle penalità possono essere applicate per condizionare l'ordine di arrivo. Le zone oltre il limite della pista sono presenti per motivi di sicurezza, quindi per un limitato numero di errori nei quali non si beneficia di un chiaro vantaggio esiste un margine di tolleranza. Prima di arrivare a una penalità, l’interessato riceve un avvertimento.
Nella Tissot Sprint della MotoGP™, se un pilota passa per tre volte nell’area verde viene sanzionato con un long lap. È successo a Brad Binder (Red Bull KTM Factory Racing) nel sabato di Assen: all’ultimo giro è passato sul verde per la terza volta. Non è quindi stato sanzionato perché era l’ultimo giro, ma perché aveva raggiunto il numero massimo di errori previsto.
Nelle gare delle classi MotoGP™, Moto2™ e Moto3™ che si svolgono la domenica sono cinque le volte in cui un pilota deve passare sul verde per essere penalizzato con un long lap. A volte accade all’ottavo giro, altre a fine gara.
L’ultimo giro, una fase decisiva
Se un pilota esce dai limiti della pista e passa sul verde all’ultimo giro, ma è molto più avanti rispetto a chi lo segue, non è prevista per lui la perdita di una posizione.
Se esce dai limiti della pista durante un corpo a corpo, quindi nel caso in cui il risultato finale sarà influenzato dalla manovra a giudizio dei FIM MotoGP™ Stewards, il pilota passato sul verde viene retrocesso di una posizione.
È successo, anche questo, a Binder. Nella gara domenicale di Assen è stato escluso dal podio per essere uscito dai limiti della pista all'ultimo giro mentre era seguito da vicino da Aleix Espargaro (Aprilia Racing). Secondo i FIM MotoGP™ Stewards la distanza era poca: il sudafricano è stato così retrocesso di una posizione.
Come vengono stabilite le infrazioni?
Nella maggior parte delle zone a rischio ci sono dei sensori, che non sono presenti in ogni punto del tracciato. Ciò potrebbe essere dovuto a difficoltà nell’installazione, per esempio in punti con caratteristiche particolari, oppure alla presenza della corsia per il long lap. In ogni caso, dove conta i sensori ci sono. Laddove non sono presenti sensori, sono presenti delle specifiche telecamere.
Nello scorso GP, a Silverstone, alcune immagini relative all'ultimo giro di Francesco Bagnaia (Ducati Lenovo Team) hanno fatto discutere. In quella parte del tracciato i sensori sono presenti e non hanno evidenziato un'infrazione del limite della pista. Non si sono attivati, insomma. Quando accade, non sono previsti ulteriori step. I FIM MotoGP™ Stewards non possono ignorare il verdetto dei sensori, verificato da telecamere dedicate. In questo caso non è coinvolto alcun giudizio umano.
Se i sensori sono assenti, come successo per il long lap di Pedro Acosta (Red Bull KTM Ajo) ad Assen, vengono valutate le immagini di telecamere dedicate installate su ogni limite della pista.
In questi casi la decisione viene stabilita con un giudizio umano e da parte dei FIM MotoGP™ Stewards. Per andare a svantaggio del pilota coinvolto, la decisione deve essere supportata da prove evidenti e inequivocabili. Con Acosta, non erano presenti. Come in molti sistemi giuridici, c’è la presunzione di innocenza fino a prova contraria.